…You’re in Texas, Baby!

standard 20 marzo 2012 Leave a response

“It’s warm!”
“You’re in Texas, baby!!”
il vecchino che guidava il nostro shuttle da Dallas fino a Fort Worth non ha mai smesso di muovere la bocca, con quel tipico gesto di chi ha la dentiera e non smette mai di masticare.
il vento era fortissimo quasi da non riuscire a camminare.
Fort Worth è veramente come essere a Mirabilandia, in un’attrazione con tutti i particolari definiti per far credere a tutti qualcosa che non esiste, un giocattolo di cittadina dove tutto richiama la vita dei cow boy… fino ad arrivare a Walker Texas Rangers.
Dallas è VUOTA. non c’è niente. non sembra America, USA, quel malsano casino che di solito si vede in tv. non c’è movimento, non c’è persone, non c’è niente. poche persone per la strada, poca confusione. è proprio strano, pare di essere in un videogioco gigante…ma senza protagonisti.
centri commerciali, negozi, bar… un silenzio surreale.
le uniche cose che ti fanno capire che sei REALMENTE in America sono i semafori attaccati ai fili, le bandiere fiere e sventolanti ovunque, la X che indica il punto in cui era Kennedy quando ha ricevuto il primo colpo dei due mortali, il 22 novembre 1963.
autocelebrazione, sorrisi, gente cordiale, vita sommessa, vento, tanto vento, cibo pessimo.
questo è ciò che posso dire il mio “secondo” giorno negli USA, una sensazione, come sempre dico in questo periodo, di una vita surreale, qualcosa di strano, qualcosa non mio, qualcosa che c’è ma non mi appartiene.
oggi mi sento ispirata, potrei scrivere all’infinito. in Italia sono le 4.15, da “noi” le 22.15.
il sonno è forte, la tensione di sbagliare anche.
con l’inglese per ora va alla grande 😉 con i texani pure.
oggi la signora della Concierge dell’hotel mi ha chiesto come faccio ad essere così magra nonostante sia italiana, visto che da noi si mangia così bene.
le ho spiegato il motivo e subito si è adoperata per recuperare.
“Ehi John, come here, there’s a lady for you!”
alzo gli occhi e vedo “mio padre”!!!!! e “mio padre” mi invita anche a cena. declino con la scusa del lavoro… va bene che è la festa del papà ma non vorrei immolarmi per la causa!
detto questo… ecco la foto del giorno!

domani sarà una giornata lunga…
a presto, vostra.

Berenice

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Sono Berry. Donna, mamma, moglie. Scrivo, corro, lavoro, amo. Sorrido sempre e non mi basta mai.

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