ELASTICI

standard 27 ottobre 2016 3 responses

A volte si custodiscono delle cose che non si conoscono.

Sono sconosciute le forme, il contenuto, le intenzioni. Si custodiscono perché siamo persone protettive, per istinto materno o per casualità, per attenzione o egoismo, per paura, ansia o anche solo per distrarsi un po’.
Ieri ho raccolto una piccola foglia, dai confini frastagliati, l’ho poggiata lontano dalle mani distruttrici della piccola creatura che mi illudo di educare. L’ho protetta, senza conoscerla. Poi l’ho persa, ovviamente, come spesso mi succede nella baraonda delle giornate senza ne’ capo ne’ coda in cui mi tuffo, ma non per questo l’ho dimenticata. Questo faccio nelle mie giornate. Cerco.
Di non dimenticare, di non correre troppo o troppo poco, di esserci, presente, vera, reale, non quella specie di proiezione di me che non riconosco.

A volte custodisco me stessa, in una bolla fragile ma, a suo modo, resistente e stabile. Mi proteggo, ho bisogno di confini tangibili, di mani da trattenere e di occhi che supplichino attenzione. Mi proteggo da facili ostacoli, preferisco quelli più complicati. Me li lascio la notte, da sgranocchiare, perché passano meglio le mezzore di veglia accanto ad un figlio che non si arrende al sonno (quasi) mai.

Insomma, pare tutto un gioco di elastici. Elastici i sentimenti, elastico il tempo, elastiche le sensazioni vitali che mi trattengono dall’esagerare. E allora mi alleno ad essere elastica, a capire il significato dei cambiamenti continui, dell’imprevedibile consistenza delle giornate. A capire cosa è il movimento di fondo che ci rende così flessibili, ma non meno intensi, di un piccolo arco di bamboo.

Siamo elastici. Al mondo per modificarci e imparare.

Imparare ad essere genitori elastici, qualche esempio? Ok. Ad esempio: prima piangi perché lui piange, quando lo porti al nido. Poi piangi perché vorresti restare con lui, al nido. Ti piace vederlo crescere, interagire. Prendere i morsi dagli altri bambini, perché no, sapersela cavare.
Prima ti abitui a non dormire. Poi qualche ora. Poi tutta la notte. E poi si ricomincia da capo.
Prima ti abitui ai nuovi orari. Macchina. Asilo. Macchina. Lavoro.
Poi altri ancora. Macchina, asilo, autobus, lavoro. Corsa affannosa.
Poi è estate, bye bye Asilo.
Poi la baby Sitter.
Gli amici. I cazzo di virus. I dentini. I vaccini. La febbre.
Ovunque hai deciso potesse collocarsi il tuo piccolo, inutile, insignificante spazio…già non esiste più. Azzerato. Cancellato.

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Non è sufficiente? Lo so. Non credo lo sarà mai, perlomeno non sarà così per tutti. Ci sarà chi non vorrà o non potrà mettersi alla prova, come genitore elastico. Ci sarà chi si sentirà arrivato o chi non capirà mai le proprie potenzialità. Tra un affanno e l’altro, componendo il puzzle di ogni giorno, mi sento a volte spezzata a volte fortissima. Non esiste un elastico solo, nella mia scatola. Ogni giorno ne indosso uno diverso, per mantenere tutto in forma adeguatamente e il risultato è che, ovviamente, di adeguato non c’è mai niente.

Ma oggi è così che va, oggi mi sento adeguatamente me. Protetta al punto giusto. Mamma elastica e stravolta come piace a me.

Ps: non credo che la questione riguardi nessuno di voi lettori (se ancora ci siete). Però sappiate che non mi piace come chiudo i post. Inizio con un tenore e termino in discesa libera, senza criterio o legami, senza alcun senso a volte. Ma…va così. E’ il mio posto questo. Voletemi bene comunque.

#mercoledì INTENSITA’

standard 12 ottobre 2016 6 responses

Io sono il tempo

Tu sei foglia rossa di calore d’autunno

Io scorro incessante

Tu ti trattieni, densa

Io mi lascio spesso vivere

Tu decidi, scegli, ti fai raccogliere.

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Ci sono dei #mercoledì magici, quelli con la M maiuscola, in cui lavori, scrivi, progetti, ti innamori.
Non tutti i giorni sono uguali, non da quando ci conosciamo, da quando le nostre vite hanno preso la stessa direzione e si sono scontrate.
In uno di questi folli scambi di idee, parole a vanvera, a volte forti, a volte leggere, abbiamo detto “Si! Facciamolo”. Ed eccoci qua.
Sarà l’ennesimo scambio del web, foto, parole, intuizioni pulite e senza futuro. Sarà l’ennesimo, certo, ma è il nostro. Il nostro modo di comunicare.

Mary Pellegrino, Dafne’s Corner, foto inedite.
Berenice Boncioli, Mirtillo & Lampone, parole inedite.

Tutto questo è il nostro #mercoledì.

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