e guardo il mondo da un oblò…

standard 31 luglio 2012 2 responses
in questo ultimo giorno di luglio, ben poca poesia scorre nelle mie dita.
la stanchezza, che arriva scortese dopo otto mesi senza sosta, implacabile, mi stronca ogni iniziativa che aleggia, volteggiando, nella mia testa.
effettivamente, non so’ nemmeno perchè sto scrivendo. 
volevo condividere forse un passaggio importante, con chi mi legge.
sto riprendendo in mano la mia vita.
sto passeggiando sul cornicione di un palazzo alto, ma senza rischi.
cammino.
a piedi scalzi.
e sono miracolosamente in equilibrio.
nonostante qualche sassolino ancora mi punge, mi fa uscire quelle lacrime di fastidio dal bordo degli occhi, nonostante la durezza abbia ricoperto con uno strato di piombo il mio corpo, il mio cuore, nonostante tutto questo, sono qui.

sono sempre io, con il mio vestito di candidi fiori, con le mie piume soffici, con ogni fiato di vento si spargono sul pavimento. 
sono un piccolo colibrì, sono una leonessa.
innocente ma crudele,
distante dalla realtà.
vivo sotto il sole.
il mio vestito di candidi fiori si squaglia, come le ali di Icaro.
intanto cerco delle nuove parole.
chiudo gli occhi e sento il sibilo dei vecchi sussurri nelle orecchie.
ancora qualche tormento, ancora un passo in avanti, senza fretta.
questi mesi di solitudine mi stanno aiutando a snocciolare con perizia ogni attimo che vivo, trovando apprezzabile anche l’attesa, scoprendo in me la capacità di non avere la solita (talvolta inutile) necessità di conclusione.
se mi guardo indietro vedo quello che ho vissuto, adesso lo posso guardare senza nessun timore.
quello che è stato mi ha dato questa Berenice, forte, tranquilla, mi piace.
tiro avanti dritta, a piedi scalzi.

un post estraneo.

standard 26 luglio 2012 9 responses

ho scritto post smielati su tutto.
sull’amore
sulla sofferenza
sullo sport
sul patriottismo
sulla famiglia
sulle piante grasse
sulla corsa
sulle tragedie

insomma.
ho scritto su tutto.
e probabilmente continuerò a farlo con copiose parole ridondanti.
ma di lui (forse) non vi avevo mai parlato.
in teoria dovrei farvi un post su ogni amico che ho la fortuna di avere accanto, ma spero che gli altri non si preoccupino se non gli dedico un post il giorno del loro compleanno.
è che, come ho detto qualche giorno fa, Mauri è Mauri.

http://mauriziopicci.blogspot.it/ questo il suo blog ?

questa la sua faccia ? (era il giorno della mia laurea non fateci caso…)

ecco qui insomma. è per fargli gli auguri.
e per far capire a chi non lo credesse che può esistere amicizia tra uomo e donna.
un’amicizia che non conosce malignità, finti ed inutili drammi, dissapori o limiti.

auguro a lui di passare una bellissima vita, piena di tutto ciò che desidera.
e auguro a tutti di trovare un amico come lui, nella vita.

🙂 

ps: lui è l’autore della foto che ho come sfondo del blog. non si vede niente perchè ancora ci stiamo lavorando 🙂 ma (vi assicuro) è bellissima!

Sunrise. La mia alba.

standard 21 luglio 2012 Leave a response

Allaccio catene virtuali.
Mi sposto furtiva.
Taglio a brandelli pagine del mio recente passato.
Come fuochi fatui luci blu, senza ombre o calore.
Rosso. Rosso fuoco caldo vorrei.
Rosso intenso di sangue e dolore.
Rosso intenso, profondo, al profumo d’amore.

Allaccio catene. Sono sguardi e sorrisi.
Sono viva?
Stringo stretti i pensieri, li osservo.
Mi osservo.
Cammino.

Alle 5 di un qualsiasi sabato mattina mi sono svegliata carica di pensieri. Vorrei avere la capacità di tradurli tutti in poesia, senza ripetermi, senza sentirmi affogare dalle parole prima che sia capace di scriverle. Ma in qualunque modo, in qualunque via io lo faccia, scrivere è il dono più bello che potessi avere.
Perché mi crea la necessità, l’obbligo irrefrenabile, di farlo, anche alle 5 di mattina, dal cellulare, dal mio letto.
Sdraiata sul mondo continuo a guardarvi dal basso. Mi piace questa prospettiva. È da qui che riparto, ogni volta. Guardando la radice delle cose.
Mi riaddormenterò? Ha poca importanza.
La forza, la violenza, il desiderio di scrivere mi fanno sentire così viva che cessa anche il bisogno di dormire.

Quello lo lascio alle anime quiete.

Il mio cuore che batte è impagabile.
La poesia che ne esce cura ogni sonno.
A volte mi chiedo come farei senza tutto questo. Ma non ha importanza, ce l’ho.
Siate invidiosi, scrivere è meraviglioso.
Buon giorno…

un fiore di cera

standard 19 luglio 2012 Leave a response

ignoro a grandi falcate la mia sensibilità. 
chiudo porte, scappo avanti, senza curarmi dei dettagli.
è lì che inciampo.
nell’illusione di aver scampato ogni pericolo.


sfinita.
le nuvole sfilacciate dal vento, informi, devastano il cielo azzurro sconfinato.
non so se esiste una prospettiva perfetta
un modo impersonale di scrivere
un sospiro meno profondo, che risuona.


non sono io
non sono io
mi spoglio di questi nuovi vestiti
come calamite ritornano
schiaffeggiano la mia ingenuità.


cattivi
bastardi
malsani
la povertà della mia anima violentata
occhi chiusi
involuzione e battiti
battiti di ali si perdono nell’aria
cormorani e tramonti allargano la vista
ma i pensieri, quelli no, non si diradano come la nebbia delle pianure.
mi sveglio dal sonno
il mio letto galleggia, tutto è sospeso.
sospeso per un tempo indefinito.
per curare dolori indefiniti.
una stanza senza pareti ma gabbia
un disperato modo invertire ciò che rimane di me.


un fiore di cera, con la sua pelle morbida, sotto il sole lascia le tracce inquiete.
la cera si fredda.
le tracce sopravvivono. 

vantaggi e viaggi (mentali!)

standard 13 luglio 2012 2 responses
anche tu lavori chiusa tra 4 mura (o, come nel mio caso, da due librerie e due mura) in un ufficio?
anche tu cerchi, ogni mattina, qualche ragione, qualche vantaggio, per il quale decidi di alzarte il tuo culetto santo dal lettino e giungere tra le rassicuranti scartoffie della tua scrivania?
ecco un mirabolante elenco di vantaggi portati dal lavoro-da-ufficio. in ordine rigorosamente sparso.
1. week-end libero. a meno che non ci siano eventi, manifestazioni, cazzi&mazzi&rockenroll io il week end me lo passo a casina. il venerdì pomeriggio, in attesa delle 18 (come quando a scuola suonava la campanella) è un pomeriggio sublime (talvolta 🙂 ).
2. condivisione. lavorare con delle belle colleghe (tiè – tiè per tutti i detrattori delle colleghe donne che sono sempre invidiose e antipatiche, con lotte intestine tra loro, io posso dire NOI NO!) come le mie è una soddisfazione per il mio spirito allegro e caciarone, visto che ho sempre qualcosa da raccontare per deliziare le nostre pause pranzo.
3. le piccole cose. il sapore delle piccole cose, degli sguardi di intesa, delle parole confortanti (anche al telefono), di un caffè (d’orzo) davanti alla macchinetta, della cazzata via mail, del gelato il venerdì a pranzo.

4. aprire i post-it nuovi. hanno quell’odore strano, che solo la carta giallina con l’adesivo può avere e sono irrimediabilmente magnetici. rimangono incollati alla mano di qualsiasi persona passa alla tua scrivania, come le penne. sembra che non stiano aspettando altro che di prenderli! passione malata per la cancelleria.

5. il mirabolante elenco…credo che finisca qua. stamani avevo molte più idee e molta più energia, ma adesso è cominciato il pomeriggio di cui parlavo al punto 1… è come una valanga, più passano i secondi più che la mia inventiva scema verso la banalità della successione del tempo. la voglia di casa, il profumo del collo di mia nipote, i miei gatti, il silenzio della campagna. sento questo adesso. 
ma nelle orecchie ancora risuona forte il concerto di ieri sera.
nelle mie gambe una flebile stanchezza, in armonia con la liberazione che sentivo dentro di me, piano piano, arrivare come un temporale che prende la rincorsa.
ogni salto che facevo mi scrollavo di dosso un difficilissimo duemiladodici, ogni goccia di sudore scavava il rivolo per un nuovo fiume di vita, ogni mano alzata, ogni urlo tirato fuori dalla mia gola era il paladino della mia nuova estate, di quello che voglio vivere, della mia incostanza (cit…), del mio bisogno di fare quello che mi passa per la testa, senza pensare troppo alle conseguenze.

perchè in fondo… “è come una costante sensazione di mancata appartenenza” di cui sono ampiamente fiera. 
felice. libera.

GONG! BOOM! SPLASH!

standard 10 luglio 2012 Leave a response

vorrei scrivere attraverso un collage di immagini.
non ci sono parole.
zero discorsi, zero evoluzioni.
solo sguardi, fissi verso il cuore.


sfoglio i miei libri di storia dell’arte, è tutto nella mia mente.


nuovi fremiti d’anima
nuovi odori di pelle
mi scuotono
forse mi scuotono
ma non è abbastanza


sopita
ribelle
cronica
ogni piega della mia pelle si fa ruga d’esperienza


stanca di occhi stanchi
avida di voglie avide
sensibile a baci sensibili


mi ritraggo come l’onda sulla sabbia
rovente come un raggio che asciuga la rugiada
la luce bollente taglia la mia ombra
carboni ardenti di epidermide
si staccano


diventa tutto come se fosse ieri
come se fosse tardi
ma le lancette sono ferme.
fermi i pensieri.
fermi i secondi.
scorrono le ere senza lasciare traccia
se non una qualche ruga.
sulla mia pelle.


giaccio addormentata.


anelo un sussurro che mi svegli. bramo con frenesia il “gong” che decreta la fine delle ostilità. ostile…ostile, antipatica, egoista. mi destreggio, nemmeno tanto bene, tra le righe di una poesia che vorrei fosse futurista.
che parlasse a tutti, col solo rumore delle parole.

io mi sento Italiana.

standard 1 luglio 2012 1 response
scrivo senza nemmeno farmi la doccia, con la paura di lavarmi via quelle parole che mi ballano in testa dallo 0 – 2 della Spagna. 
sono incazzata.
sono incazzata! 
sto diventando particolarmente intollerante e antipatica, lo riconosco, ma forse la “vecchiaia” e l’acidità si stanno impossessando di me.
non ce la faccio, non tollero tutti quelli che tifano contro la propria nazionale. che sia di calcio, di squash, di pallamano, di poker o di coni gelato!
ma dico io, ma come si fa? 
la nazionale di uno sport non rappresenta la politica, è una squadra di ragazzi, di campioni, di uomini o donne che siano che sono stati scelti per portare avanti il sogno di tutti noi, quello di trionfare facendo ciò che amano.
i calciatori sono da sempre il “centro” di tutte le polemiche (nel bene e nel male) di tutto questo mondo di allenatori che è l’Italia.
siamo tutti Prandelli oggi e meglio di Prandelli domani.
intanto per queste manifestazioni viene fuori dal cilindro anche chi di calcio non solo non ci capisce niente ma si prende anche la briga di farcelo sapere.
ODIO TOTALE!
insomma, un bel mix.
chi tifa contro l’Italia.
chi non sa quello che dice sull’Italia.
tra i due (forse) preferisco i secondi. perchè almeno ci provano.
ma in tutto questo i peggiori sono coloro che non fanno altro che osannare quando è ovvio e criticare quando è ancora più ovvio.
Italia vince? SIAMO I PIU’ FORTI SPACCHIAMO TUTTO EVVIVA EVVIVA GRANDE BUFFON GRANDE PIRLO GRANDE BALOTELLI
Italia perde? CHE SCHIFO TUTTI FANNULLONI ANDATE A LAVORARE SAPETE SOLO SCOMMETTERE PRENDETE UN SACCO DI MILIARDI
non ce la faccio! non li tollero.
sarò strana, sarò troppo focosa, però non li tollero.
noi Italiani siamo un popolo vero, unico al mondo, pieno di energia, creatività e follia, pieno di forza, di sorrisi e di genio. però, ci perdiamo irrimediabilmente in un bicchiere d’acqua. il risultato? che siamo tutti uniti quando è facile esserlo, non appena viene a mancare un tassellino si scolla tutto, come un puzzle che non ha trovato la sua giusta posizione.
e questo non lo facciamo solo per il calcio. lo facciamo SEMPRE! basti pensare a Andrew Howe, un grande campione dell’atletica italiana, tranquillamente fatto naufragare dopo ogni gara andata storta. però quando ci ha fatto cantare l’inno eravamo tutti sul podio con lui.
lo facciamo anche nell’arte. un argomento a me molto caro. pensate ai nostri decrepiti musei, alla nostra decrepita classe “dirigente” dei suddetti musei. non esiste un metodo, un criterio, una volontà innovativa. lasciamo che tutto affievolisca tra le nostre mani, compreso lo splendore che siamo stati capaci di creare in secoli di magnificenza.
ho visto musei all’estero creati intorno al nulla, ma capaci di attirare milioni di turisti e coccolarli, invitarli, accoglierli.
sono così incazzata stasera che potrei scrivere tutta la notte.
io amo il calcio, amo lo sport, mi appassiono, mi coinvolgo, mi strappo i capelli, mi emoziono.
non credo che tutti possiamo essere allo stesso modo ma è triste che non ci sia uno spirito unico che, anche nei casi più “leggeri” e superficiali ci porti ad essere insieme.
come pensiamo di poter ribaltare la nostra realtà?
siamo un popolo di lamentoni. non ci sposteremo mai dalla nostra mediocrità.
dicendo così lo sono anche io? probabile.
ora esco in terrazzo, annaffio le mie piantine, mi faccio la doccia e vado a letto.
domani la delusione sarà meno forte e rimarrà un ricordo amaro, come tanti piccoli altri (sportivamente parlando). la mia vita continuerà, come quella degli azzurri miliardari che se ne andranno in vacanza con le loro famiglie, le lacrime di Bonucci, Pirlo, Balotelli saranno la loro forza per le prossime stagioni. 
di certo il 4 a 0 non ce lo meritavamo.
di certo il mio post sarà una gocciolina inutile nel mondo delle parole virtuali.
di certo la mia anima ribelle, appassionata, emotiva non smetterà mai di essere così orgogliosamente italiana.