Scrivo.

standard 29 maggio 2012 Leave a response
in queste sere, senza il mio fidato e amato portatile, mi sono trovata quasi smarrita.
una “scrittrice” senza il proprio strumento.
voi giustamente penserete che potrei usare carta e penna…ma non è la stessa cosa.
ognuno ha le propre abitudini, legate allo scorrere delle dita sulla tastiera. per me sono un meccanismo ben oliato che svolge quasi automaticamente il suo percorso.
trovarsi con una penna in mano per scrivere mi piace ancora molto, ma è una questione di momento e di ispirazione, non si può forzare e non si può decidere, altrimenti si rischia che il risultato sia assolutamente poco interesssante.
come adesso del resto.
se solo riuscissi a bloccare i pensieri, quando sopravvengono e mi riempiono la testa.
se diventassero da soli un blocco granitico che poi devo solo trovare il tempo di leggere.
invece non è così.
è molto più complicato.
nel tempo mi sono lasciata prendere in giro, per le mie poesie, per le cose che scrivevo, ora non credo che ci sia molto spazio per queste frivolezze.
tutti potrebbero scrivere, tutti. come tutti potrebbero fare un quadro, un’opera d’arte. 
però non tutti lo fanno e non tutti quelli che lo fanno sono capaci di farlo. 
io…si.
Cogito Ergo Sum.
Penso Dunque Sono.
Scrivo Dunque Sono.

One Love. Alessandro Del Piero.

standard 21 maggio 2012 3 responses
sapevo che mi sarei trovata in difficoltà a trovare un titolo, a trovare le parole per iniziare, ancora di più in un periodo per l’Italia abbastanza funesto come questo, in cui pare che il mondo, le persone siano impazzite, perdendo il controllo e il poco equilibrio rimasto.
per queste poche righe che riuscirò a scrivere proverò a non pensarci. a mettere tutto lo sgomento in un cassetto e a tirare fuori dal cuore ciò che sento, per una mia grande passione.
la vita di ognuno di noi è costellata di amori platonici, di forti emozioni che “miti” inarrivabili ci fanno provare. persone come noi, sportivi, cantanti, ballerini, attori. io ne ho un paio, forse tre. ma ora è il tempo di parlare del mio amore per lui. Alessandro Del Piero.
la mia passione per il calcio è iniziata nel 1990, quando guardavo i mondiali italiani seduta sul tavolino con mia mamma accanto. perchè in famiglia a nessuno piace il calcio e io, non so da dove, ho pescato questa incontrollabile voglia di avere una squadra del cuore. questo per dire che nessuno mi ha fatto diventare juventina e nessuno mi ha aiutato a coltivare un tipo di passione che nelle famiglie italiane è tipica e solitamente “genetica”. ma questa è un’altra storia.
e non vorrei dilungarmi nemmeno troppo su quanto conosco di lui e quanto ancora vorrei saperne.
vorrei solo dire che Alex è stato per me un fratello maggiore. 
un giocatore unico, senza pari per classe, nella vita e in campo.
una bellezza da Dio, un tocco da sogno.
quante volte ho pianto, da adolescente, per le continue critiche che gli facevano. 
quante volte ho pianto per le gioie che mi ha regalato, per i goal, per le emozioni, per come le sue giocate dipingevano uno sprazzo di luce nelle partite più banali.
io non lo so se ci sarà nel calcio uno come lui, e se c’è mai stato. quello che è certo che auguro un Del Piero a tutte le generazioni, a tutte le squadre (anche se non tutte hanno la storia che può “reggere” uno come lui) e a tutti i tifosi, anche se lui non è stato solo della Juve, Alex è stato di tutti e per tutti, nei suoi lunghi momenti bui e nelle sue raggianti giornate dai goal strepitosi.
Vederlo uscire dal campo ieri, durante la finale di Coppa Italia e domenica scorsa con l’Atalanta, sono stati due momenti indimenticabili.
quegli occhi malinconici parlavano di tutto quell’amore che una persona può mettere nel fare il proprio mestiere e nel farlo al meglio, per la propria squadra e per la sua stessa scelta di vita. 
domenica scorsa, a Torino, ho visto passare il pullman e ho visto lui, in fondo, che sorrideva salutando la sua gente, i suoi tifosi. da brava sentimentalona quale sono mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. ho visto il suo sorriso, presente ma triste.
ho visto tutti questi miei ultimi 19 anni scanditi dalle sue magie. dai suoi prodigi, dai suoi infortuni, dalle sue interviste, dai suoi goal. dalla serie B alla Champions del ’96.
indietro nel tempo, indietro ma sempre la stessa, forte, bruciante, insistente passione, per lui.
un mito che non ha mai voluto esserlo, un esempio, un calciatore, per me il più grande di sempre.
ho avuto la fortuna di vivere questa “unione” indissolubile nel pieno e nel migliore dei modi, scegliendo sempre lui, soprattutto lui. 
un solo amore.
il calcio. 
la Juventus. 
Alessandro Del Piero.
ovunque andrai adesso sappi che, come ripeto da giorni, la Juventus senza di te non sarà mai più la stessa. 
a presto, 
Berenice



ps: questo pezzo lo dedico a mia sorellina Speranza nella quale ho “coltivato” una sana passione per il calcio, per la Juventus e per Alessandro Del Piero. 
perdonatemi perchè non ho scritto quello che avrei voluto, ma parlare di una passione così “viscerale” è una cosa molto molto difficile da spiegare e scrivere attraverso le parole. è tutta una cosa vissuta nel cuore, nelle vene, nell’anima di una tifosa verace come me. di quelle inaffondabili.

potrebbe capitare anche a te.

standard 19 maggio 2012 Leave a response
mi gira la testa.
potevo esserci io, tu, noi tutti. poteva esserci mia sorella, di 16 anni, stessa età, pendolare, stesse passioni, amici, interessi, voglie, sogni, progetti.
anche io mi girerò da un’altra parte, ben presto, per non vedere questo sangue che scorre, nelle nostre vie, tra le nostre mani, ognuno di noi responsabile di questo.
ma ora non riesco a fare altro che pensare a questa totale assurdità.
come si può arrivare a colpire una scuola, dei ragazzi, il terriccio fertile del nostro futuro buio?
chi, come, perchè? perchè?
ci riempiamo di domande tutti i giorni e facciamo subito finta di non sentirle, ci costringiamo ad una vita superficiale per non sentirci i primi colpevoli, autori del nostro destino nel bene e nel male. 
non so cosa altro dire.
svegliamoci, svegliamoci.
succede anche da noi, non solo nel “lontano” Medio Oriente dove tutto crediamo possa succedere, escludendo a priori che possa succedere anche qui.
invece è successo. come tutti i giorni in cui il terrorismo psicologico dello stato ci annienta, ci sotterra nel silenzio e ci riempie di materialismo inutile, è successo.
il terrorismo ci fa esplodere davanti agli occhi i brandelli delle nostre coscienze egoiste e colpevoli.
se non lo facciamo per questa povera anima di 16 anni, per quei poveri occhi feriti che hanno visto cose che nessuno dovrebbe mai, facciamolo per noi, per la nostra piccola e inutile vita, per i nostri figli, per pulire via questo catrame che ci blocca le caviglie e ci fa credere (con nostro sollievo) lontani e incapaci di cambiare le cose.
non so da che parte cominciare, non so nemmeno io che parlo così bene, dove mettere le mani.
prometto che lo farò.
perchè tutto questo è ignobile, ci porta via la nostra storia, ci dipinge come non siamo, un’Italia debole e derelitta, sempre più alla deriva.

quanto vorrei.

standard 15 maggio 2012 Leave a response

quanto vorrei che tu fossi qui.
ora.
a tenermi per mano.
quante parole si sprecano per dire cose che cercano di consolarci il cuore.
quanto ho riempito la mia testa in questi giorni.
quanto mi parlo, incessantemente, di come ce la farò a superare questo momento.
c’è di peggio nella vita, ma vorrei poter vivere la mia piccola e insignificante sofferenza senza dover pensare di essere un peso per ciò che sento.
ciò che si condivide con una persona, nell’intimità, non può mai essere commentato da nessuno, per quanto possa conoscerti o volerti bene. 
vorrei solo chiudere gli occhi e sentire che tutto scivola via. i brutti ricordi, le brutte parole, le offese, le lacrime.
vorrei solo che tu fossi qui con me, come avevo pensato sempre che potesse succedere.
adesso ognuno fa la propria vita, c’è chi sta bene, sorride, felice, nelle sue nuove vesti.
c’è chi continua a piangere, per quell’amore che sentiva dentro come un tuono, che rimbombava ogni giorno, che cresceva come una tempesta, quell’amore che aveva sempre sognato, che le faceva brillare gli occhi e l’anima più che mai.
ora rimangono solo le incomprensioni, le parole non dette, il disagio di una situazione gestita peggio che mai. ora rimango io, a guardare te. tolgo ogni giorno un mattone a quella vita che avevo costruito con te.
adesso basta.
ho detto quello che volevo dire e ricomincio a respirare.
pensatemi tutti nei prossimi giorni, così invece di farmi tenere la mano da una sola persona…ci sarete tutti voi!
vi abbraccio.
e vado a sconfiggere il maledetto fibroma!
 

trasparenze

standard 11 maggio 2012 4 responses

sfinita.
sono proprio sfinita.
non vedo l’ora di essere a casa, anche se il motivo sarà l’operazione, di riposarmi, di farmi coccolare da chi non smetterà mai di amarmi.
mi sento raccontare tante cose, tante vite.
molte persone mi parlano, mi confidano, mi sostengono per un momento, poi se ne vanno.
e poi alla fine i conti li faccio con me stessa, qui, sola, nella mia stanza.
non c’è nessuno, nessuno con cui condividere, sorridere, sperare, vivere, amare.
ci sono solo io.
e per questo devo imparare ad essere abbastanza.
buona notte.

boooooooooom.

standard 8 maggio 2012 Leave a response

asciugo le mie lacrime anche stasera
macchio le mie dita di un grigio sbiadito
lascio sfumature come tracce
un contorno sbavato
occhi aperti
incubo della realtà

a volte mi sembra di non farcela, se proprio devo essere sincera.
la testa mi scoppia, i pensieri fuggono e ritornano senza sosta.
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO.

pozzi di sorprese.

standard 8 maggio 2012 2 responses
applausi. il sipario si chiude.
ancora applausi.
piccolo spiraglio dal sipario. il pubblico si esalta di nuovo e l’applauso non si spegne.
gli occhi degli spettatori brillano di emozione, i colori della platea si sfumano con le luci soffuse del teatro.
due, gli attori protagonisti, si stringono la mano dietro il buio del velluto pesante, rosso, del sipario.
divisi ma uniti. 
divisi dal successo da un flebile fiato, da un soffio impercettibile. 
scegliere di farsi trasportare da questo soffio. scegliere di rimanere.
rimanere sull’orlo, sul confine, in equilibrio.
rimanere sospesi, ma insieme, in questo limbo continuo.
scegliere di andare.
lasciare la mano, essere solo, soli, distanti.
quel filo che li unisce scompare. c’è ma scompare. è visibile come le filigrane delle banconote, ha quel colore che cambia, a seconda di come muovi la carta, è un filo d’oro, prezioso, cangiante.

io mi sento sempre lì, dietro a quel sipario. per mano. ho la sensazione della sua mano nella mia, polpastrello contro polpastrello, un pò di sudore, per l’ansia, per le paure, un pò di apprensione, qualche tic incontrollato, lo smalto sulle mie unghie, le mie mani piccole.
le sue dita tra le mie, forti, conosciute, protettive mani.
è difficile scrivere questo post, è difficile come scoprire ogni giorno con amara “sorpresa” come piano piano le nostre mani si allontanino. 
è difficile metabolizzare le scoperte quotidiane.
capire quanto il mio margine di stupore ogni volta debba “aumentare”, lasciare spazio a ciò che di nuovo arriva sotto i miei occhi, senza filtri e senza inganni, cari spettatori. 
“va ora in onda la telenovela SOSPIRI, scritta e diretta da Berenice Boncioli”.
ci ho messo tutta la mattina a scrivere queste poche righe.
giustamente, tra un sospiro e l’altro. (e tra mail, telefonate, lavoro…)
anche stamattina, come ogni buona abitudine che si rispetti, ho aperto la mail, facebook e la bacheca di blogspot.
quest’ultima cosa mi ha colpito.
ho trovato appunto quelle sorprese di cui parlo nel titolo.
ho trovato soprattutto una parola, che racchiude un sentimento, che certo non mi sarei aspettata, non dopo le “chiacchere” di questi giorni. 
bhè ragazzi, lo shock c’è stato, chevvvedevodì.
ho sgranato gli occhi, per cercare di capire, tra le righe, dove fosse il senso.
il senso non c’è in queste cose, probabilmente. nemmeno nel mio stupore-dolore-orrore-rumore (di vetri rotti).
adesso smetto di sbirciare dietro il sipario, anche perchè non sento più applausi, più nulla da cercare, anche la mano che mi tratteneva è andata.

“…e vissero tutti felici e contenti.”

2012

standard 6 maggio 2012 Leave a response
CHE SI FA RAGAZZI??? FACCIAMO CHE DA OGGI RICOMINCIA QUESTO ASSURDO E STRAZIANTE 2012?
SI RICOMINCIA?

Direi che ho sentito e visto abbastanza per questi primi 4 mesi.
Sento le suole delle scarpe delle persone che mi stanno calpestando FREGANDOSENE del dolore che mi fanno. 
Sento lo scricchiolare delle mie ossa fracassate più e più volte da chi non si rende minimamente conto della superficialità in cui vive. 
Questo 2012 mi sta spezzando in due.
Diventa tutto così grottesco alla luce delle cose che mi tocca vedere oggi.
Volti conosciuti ormai sconosciuti, parole che svaniscono, tutto finto e finito. 
Penso alla mia Juve che stasera mi da la forza di non piangere fino allo sfinimento, di non sputare sangue, per l’ennesima volta. Penso alla gioia e al sacrificio, alle motivazioni, allo spirito e all’anima. Curo e disinfetto le mie ferite, anche se con indifferenza, chi passa, continua a riempire di polvere e detriti.
Intollerabile voglia di distruggere tutto quello che ho intorno ora, di non controllare la rabbia, di non controllare il dolore. Pietosa la mia solitudine. Se solo imparassi ad aspettarmi il peggio dalle persone, invece dei sorrisi, della vita, della condivisione.
30 scudetti. 30 traguardi. 30 come gli anni che compirò a novembre. 
Illogica natura di trovare corrispondenze.
Buona notte, sogni di Juve.
FORZA JUVE
SEMPRE!

espiazione.

standard 5 maggio 2012 Leave a response

non scrivo mai di mattina, se non in occasioni speciali.
quando un’occasione diventa speciale? quando mi fa venire voglia di scrivere.
anche stanotte, era con me.
fin qui, niente di speciale.
perchè è con me sempre.
in ogni pensiero, gesto, sguardo, sussurro.
è in ogni sogno, anche quando la sveglia suona e ha portato via ogni ricordo notturno.

ciò che rende i miei pensieri speciali, ciò che mi spinge a scrivere è l’amore.
quanto può essere profondo l’amore?
quanto può radicarsi, scavare, dentro l’anima di una persona?
l’amore.
l’amore.
l’espiazione dell’amore.
come una peccatrice mi nascondo, marchiata con la lettera scarlatta.
voglio vivere nell’oblio, voglio diventare trasparente.
“vorrei sparire, essere solo un ricordo sbiadito”.
ma forse sarebbe troppo semplice.
il costante ticchettio delle lancette mi ricorda che sono viva, che la lettera scarlatta si accende di un rosso vivo solo se io cerco di dimenticarmi di me.
l’espiazione comincia nel momento in cui costringo me stessa a credere di meritarlo.
merito altro, merito l’amore.
merito altro per me stessa, per quello che valgo, per quello che sono.
gli infiniti lati del mio poliedrico mondo devo ancora finire di scoprirli, ricca di ossimori proseguo e non mi fermo.
è stata un settimana dalle mille strade senza sentiero, una di quelle in cui i giorni si susseguono e vuoi solo che lo “strazio” finisca. che la giornata finisca, che il sonno ti vinca, che la stanchezza ti spenga.
come ogni volta che mi succede così mi carico ancora di più di voglia di vivere.

preferisco continuare ad espiare delle colpe, preferisco essere da sola, sentire l’essenza delle cose vissute, toccarne il valore. preferisco abbagliare il mio sguardo, senza occhiali da sole, senza filtri, senza lenti.
preferisco scrivere, anche quando il risultato non è ciò che vorrei dire, piuttosto che trattenermi, come devo fare sempre, come devo fare con tutti, perchè sono sempre troppo, al di sopra delle righe. 
sono sempre io, sempre qui, la mia solitudine difficile incoraggia la perseveranza.
ad amare ci penserò domani.

sfiorire di maggio.

standard 1 maggio 2012 Leave a response
la polvere cade dai pistilli, leggera
si posa sul piano lucido, laccato, del salotto.
il profumo delicato dei fiori di portati nel vaso qualche giorno fa piano piano svanisce.
si appassiscono, dolcemente, diventando ogni giorno più belli ma sempre più vicino alla loro fine.
è proprio vero, nell’inizio di qualcosa c’è anche la sua fine.
appena c’è lo sparo dello starter, il retrogusto della fine accompagna il percorso.
devo farmi un promemoria, molti promemoria.
non sono brava a ricordarmi le brutte emozioni quando sto bene, ma ora questo pericolo non lo corro.
le mie mani, bagnate dalla pioggia, cercano la più piccola margherita di tutto il prato.
coltivo, con amore, le vite di chi si avvicina a me.
tutto sommato, è una bella cosa.
desidero che adesso qualcuno si prenda cura di me.
che soffi via la polvere dei pistilli che ogni volta cade.
e mi lascia senza energie.