City Lights

standard 28 novembre 2011 1 response
soffia il vento nelle mie orecchie, sibila giù fino alle caviglie.
scivola dai miei lisci capelli.
si fa più intenso se incontra spessori.
spessori d’anima o di cuore, spessori inaspettati, di movimenti improvvisi.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
Trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Il cucchiaio che raccoglie i miei pensieri e le mie forze, a volte, si perde.
sparge tutto intorno a me, burattino senza volontà.
le luci si spengono sulla città.
ma magari ci sarà un giorno in cui potrò “riacquistare la vista”, in cui potrò dire che VEDO. seriamente VEDO qualcosa che ora mi sfugge, qualche particolare annebbiato dall’inquinamento, dalla nebbia degli ultimi giorni di novembre, dalla foschia dell’arno la mattina. 
la brina ricopre intatti dei momenti che si conservano. con la speranza di rinnovare l’amore, lo sguardo, ogni senso utile per poter vivere, la volontà che mi spinga, ognuno di questi, sempre oltre le mie capacità.

nell’ignoranza che vorrei colmare dentro di me sento un briciolo di potenza.
data dalla stessa coscienza che mi ha portato ad essere quella che sono.
ci sono delle distanze che non si possono invece colmare, ma di queste non mi preoccupo. tutto ciò che non si muove e che non ha intenzione di cambiare non mi riguarda.
io sono per le “ere glaciali”, per le rivoluzioni, per tutto ciò che si muove e non rimane uguale a se stesso per troppo tempo.
e ora volo via per un pò. insieme alle favole.