DOUBLE DREAM, ONE LIFE.

standard 16 aprile 2014 22 responses
Vi capita di ricordare i sogni che fate?
Di appuntarli e riuscire a non farli essere delle parole vuote e senza corpo?
A me capita di ricordare alcuni sogni, ma rimangono lì, in quello spazio senza colori e senza voce del mattino, quando aprendo gli occhi l’unica cosa che capisco è il bacio del mio principe che scappa a lavoro, ma senza cavallo bianco.
E poi ci sono i sogni doppi, i sogni dentro i sogni, quelli che ti svegli ma in realtà stai ancora sognando. Che cammini, parli, alzi la testa dal cuscino, fai domande e mandi messaggi con il cellulare…mentre dormi.
Allora mi sveglio, stavolta davvero, e cerco il significato. 
Se dovessi credere a tutte le cose che mi dicono le interpretazioni dei miei sogni sarei:

1. Pazza (che un po’ è anche vero).
2. Psicologicamente instabile.
3. Insoddisfatta totalmente dalla vita.
4. Soddisfatta pienamente dalla vita.
5. Sola.
6. Innamorata e corrisposta.
7. Abbandonata da tutti.
8. Sull’orlo di un precipizio.
9. Sorridente ma non troppo…

…e potrei continuare con un lungo elenco. La mia incoscienza ha dei seri problemi di personalità, a quanto sembra. Si confonde con tutte le cose che penso ogni giorno e tira le somme, buttandomi ogni notte in storie diverse che, però, non sono capace di scrivere, ne’ di tradurre correttamente come vorrei.
Ho smesso anche di provarci, non ne vale la pena. 
E così faccio di solito quando mi rendo conto che non sono in grado. La consapevolezza è una cosa fondamentale per me. Perché tutto questo rincorrersi di sogni, di vita, di realtà, di pensieri forse è sintomo di una frenesia che ho sempre avuto dentro, che si è riflessa nelle mie attività, nel mio carattere, nel mio modo di non essere mai stanca e mai troppo impegnata per poter aggiungere qualcos’altro e qualcosa ancora.
E allora vi svelo un segreto…non ci sono ancora arrivata a perdonarmi per non (voler) riuscire a infilarci tutto, nelle mie giornate, però sto cercando veramente di volare alto per capire cosa risalta di più, in quel marasma di cose/occhi/persone/profumi/idee.
Non so se funziona, con una come me, questa formula delle priorità, però non mi piace essere statica, non mi piace dire a me stessa che ciao ragazzi, io sono arrivata e oltre lì non posso andare. 
Mi metto alla prova. Sperimento. Testo, impasto, intruglio. Non uso formule o manuali, solo la mia spontaneità.
Questo mi piace, mi rende felice. 

Venghino siore e siori, non c’è trucco, non c’è inganno, non c’è macchinazione.

Tutto quello che posso fare è mettermi NUDA di fronte a voi con il mio atto di spontaneità. Come fosse un proclama da affiggere in piazza io scrivo qui ogni mia sensazione al riguardo.
Mi perdoneranno tutti coloro che si sentono trascurati, non coinvolti, erroneamente scavalcati…sto solo cercando di fare una giusta selezione, prima o poi si deve anche imparare a scegliere. 
E poi magari mi tufferò di nuovo nella mischia…

…chissà.

Con affetto e disattenzione, 
la vostra Berry

Douane Hanson – Flea Market Lady (1990)
Guardate bene…non è una foto, è un’opera scultorea composta, corrente artistica dell’iperrealismo. Fantastica.



Ps: Non vi crucciate se non ci avete capito niente in questo post. Nemmeno io capisco cosa scrivo a volte. E’ il mio modo goffamente poetico per scusarmi dell’assenza, del turbinio di parole e dei silenzi, di come non riesco ad essere presente su tutti i fronti come e quanto vorrei…la mia vita da un anno a questa parte si è arricchita di una presenza, l’uomo dagli occhi di ghiaccio, per la quale non mi pesa prendere le distanze da un bel po’ di cose che prima (senza rendermi conto) erano diventate parte della mia vita più per bisogno di racimolare presenze e impegni che altro. Poi ci sono anche dettagli (e soprattutto PERSONE) che non vorrei perdermi ma sono certa che non sarà una vera e propria perdita, ma solo uno stop, una pausa necessaria per prendere fiato. Mamma mi ha sempre detto che fin da piccola ero un vulcano di energia, che mai voleva “negare” la propria partecipazione o presenza, ammettendo di aver scelto altro, di non essere stata capace di farcela. 
Ora invece ce la faccio, posso dire di NO.
Ma il mio NO è una carezza, un dito sulla bocca per non parlare, per farlo al meglio quando, anche io, avrò costruito la mia vita.
Forse è proprio così che si capisce che si è trovato l’Amore.
Dove dico NO posso dire tantissimi … SI!
Vi bacio a tutti!

HUSTON, MI RICEVETE?

standard 10 marzo 2014 22 responses
Toni Servillo ne La Grande Bellezza










Dove eravamo rimasti? Ah, si, ora ricordo.
Perdo il contatto con la realtà…mi capita sempre più spesso.
Mi succede anche quando sono alla scrivania, a lavoro, nella situazione meno probabile…mi distacco. Tipo quando la capsula abbandona la sua stazione spaziale, verso l’atmosfera terrestre.

 

Tipo quando mi astraggo, pensando alla soluzione di ipotetiche situazioni poco verosimili.
Tipo quando guardo un film, come La Grande Bellezza.
Mi trovo lì a fissare le immagini che scorrono, evocando in me emozioni nelle quali non trovo nemmeno parole. Sono emozioni mute, sconosciute, ma non creano alcun disagio.
Le emozioni della poesia, dei sorrisi regalati, delle carezze sui capelli lisci.
Squilla il telefono e mi sveglio dal torpore.
L’attenzione cerca un appiglio valido, non un chiodino appena penetrato nell’intonaco, così fragile e pronto a sgretolare il muro intorno a se.
Non ho voglia di stare attenta, non oggi, in questo venerdì in cui trascino i miei pensieri come fossero il cappotto di un barbone solitario, all’angolo della strada.
Lascio la scia, con questo cappotto, ma è una scia che si cancella, si sgretola come il debole intonaco. Perché non sarò mai una vincente, una che coinvolge, che lascia il segno. I miei racconti rimarranno sempre qui, tra me e voi, limpidi e inermi lettori di questo blog fine a se stesso.
Un po’ la volontà, un po’ la mia scarsa capacità. Le mie lacune si arricchiscono di libri non letti, di tempi persi, di chat e dialoghi troppo brevi per essere dialoghi.
Quindi era venerdì, quando queste parole mi scorrevano tra le dita, ma non ero ancora pronta per pubblicarle. A volte mi percorre una smania di rendere accessibili a tutti i miei pensieri, altre volte mi sembrano troppo poveri e con troppa poca qualità per farli leggere ad altri. 
Ma in fondo arrivare qui, nel mio modesto blog, è una scelta. 
Se avete scelto di esserci non saranno questi post stanchi a farvi andare via.
 
? E poi c’è da festeggiare Le Bloggalline! Due giorni fa era il nostro primo compleanno ?
Andate a leggervi il nostro post corale!