WOR(L)DS#7

standard 11 novembre 2013 48 responses

Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer


WOR(L)DS #7

Il tempo cambia il suo corso, ora che sono qui.
Il molo di un lago.
Mi siedo. Gli assi di legno scricchiolano. Le mie gambe ciondolano come un pendolo. Il loro riflesso è delicato, piccole pieghe increspano l’acqua e le lancette.
Un orologio guida i pensieri, mentre i capelli svolazzano toccando il mio naso freddo. Ogni ticchettio sgretola e crea una successione perpetua di immagini.
Tutto rotola via, tranne il sole.
Mi sdraio sulle assi di legno e lo vedo, chiudo gli occhi ma non si spegne.
Luccica sul lago una macchia nera, ma forse è la mia coscienza. Galleggia e resiste, sotto questi raggi amici.
Chiudo gli occhi di nuovo e allineo ogni quadro al suo posto, in questa pinacoteca fertile di arte permanente.

Quando si cambia ambiente, 
anche lo scorrere del tempo e delle emozioni 
assume improvvisamente una dimensione diversa.
A sud del confine, a ovest del sole – H. Murakami
***
Procediamo a gonfie vele, o così almeno è quello che sembra, ogni lunedì. In realtà il tumulto che mi creano gli stimoli di Camilla non è chiaro nemmeno a me. Lei scrive con una semplicità assurda i suoi post che a me parlano di quanta strada ho da fare ma anche di quanta ne posso davvero fare, se solo ci metto la testa oltre al cuore, in ciò che scrivo.
La passione e l’ispirazione non sono tutto per chi ama scrivere.
La grammatica e la razionalità contano allo stesso modo.
E dunque. Non solo l’amore, nelle parole. Devo cercare di parlare di altro in questi piccoli componimenti. Qui parlo di una cosa che mi fa accendere lo sguardo e l’anima: l’arte. Il modo delicato in cui io la vivo e le emozioni senza luogo e senza tempo che mi crea dentro.
Una specie di smania, un formicolio.
Queste riflessioni vanno oltre, si espandono proprio come quella macchia nel lago, colorando anche altri momenti della mia vita.
L’intensità con la quale viviamo la possiamo regolare noi, non è fuori controllo.
Però cercate di essere quanto più intensi potete.
L’amicizia, il lavoro, le vostre passioni e le vostre intenzioni. Non ci sono motivi per rimanere in superficie, tutto merita di essere studiato, approfondito, amato.
Io l’ho sperimentato e lo sperimento tutti i giorni…ché poi a rimanere freddi c’è tempo, il tempo dell’aldilà.
Vi voglio bene.

WOR(L)DS#6

standard 4 novembre 2013 44 responses

Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer

WOR(L)DS #6 

Le lettere si accavallano, leggere, su uno strato di nuvole.
Escono dal comignolo solitario di quella casa in mezzo alla radura, di cui non ricordo il nome, ma solo la strada per arrivare.
Insieme alle lettere esce l’odore che mescola l’inverno con il sole.
La buccia del mandarino si rapprende, si accartoccia, arriccia i suoi confini arancioni che diventano piano piano più scuri, più duri, lasciando una scia croccante.
Lettere profumate si adagiano in un batuffolo di cotone appeso al cielo.
In questo mondo di ovatta cullo i miei pensieri, ora che passo le mie giornate tra le guglie del Duomo. Vedo Milano e vedo anche la radura, lontana, e la tua foto dai bordi rovinati appesa al muro.
Vedo le mensole impolverate, forbici, cornici, piccoli portafortuna e un salvadanaio. Ogni moneta che ho raccolto è un ricordo che ogni giorno pesco, come elemosina alla mia memoria.


***


E mentre queste parole si perdono e si riacchiappano, in un cumulonembo di lettere accatastate in attesa che qualcuno le sciolga e le riordini, vi lascio il piddieffe della scorsa settimana (e siamo a 5!!), con la promessa che ce ne saranno altri 5!
Questo non è l’unico progetto collettivo a cui aderisco in questo periodo, anche se devo dire che nella loro totale differenza un po’ sono simili. 
Sono due allenamenti, due esercitazioni, entrambi mi usano il mio corpo come mezzo per esprimere qualcosa e entrambi hanno come scopo una continuità successiva al termine dello stesso.
Qui si tratta di trovare le parole. 
Parole (chiave) che chiamano altre parole, associazioni di pensieri.
Nell’altro si tratta di gambe.
Che mi piace correre è cosa nota. Corro e rincorro sempre, tutto. Nella vita, nei fine settimana affollati di cose da fare, di persone da abbracciare e gatti da accarezzare.
E poi corro perchè corro. Ed ecco quindi Firenze Corre, il progetto di allenamento collettivo che fino a giugno riempirà ogni mercoledì le strade della mia città…potevo non partecipare?

Quindi penso…penso alla collettività. A come mi è sempre piaciuto fare le cose insieme, quando con la parola insieme si intende tante cose, tante persone, tante presenze. Non sono uno spirito che tende alla solitudine e questo, a mio avviso, è un valore aggiunto.
Rinchiudersi in un piccolo mondo solitario può far bene, a piccole dosi, ma la vita è affollata, fluente, ricca.
Non lasciatevi mai assorbire dall’apatia della solitudine.
Qui c’è un mondo di sorrisi e intrecci indissolubili, per tutti.

Benevento, Museo del Sannio, Chiostro di Santa Sofia – novembre 2013

WOR(L)DS#5

standard 28 ottobre 2013 24 responses

Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer


WOR(L)DS #5
 

Sono una piccola trapezista, dimensioni tascabili, ego incontenibile. Il mio lavoro è il pericolo. Dondolo sul filo di uno yo-yo colorato, che mi trattiene e poi mi lascia.
La sospensione è la mia condizione ordinaria.
La straordinarietà sta nell’equilibrio, quello che sfioro quando, dondolando, intravedo i tuoi occhi tra il mio pubblico.
Tu sei il mio tappeto di luce, il mio cuscino di musica e fiori, il paracadute che ho sempre aspettato.
Ma sei anche la mia distrazione. Sei colui che manovra le mie emozioni, i movimenti liberi tra questi fili.
È solo un istante, quello sguardo fugge da me. Torno ad essere in pericolo, in questo teatro di possibilità, in questa vita di acrobazie in cui mi destreggio.
Ma questa volta il tuo sguardo rimane.
Mi arrampico sul filo, lascio il trapezio, posso rimanere nelle tue mani.

Ascoltando Sirens, Pearl Jam.

***
Un altro regalo di Camilla, il QUARTO PIDDIEFFONE 
realizzato con tutti i componimenti del kit nr4.
***

Puff puff, pant pant.
Mi immagino un fumetto che esce dalla mia testa, pensieri affaticati.
Ce la faccio, anche se è lunedì. Le parole me le ha rubate tutte la ragnatela di fili dello yo-yo, un incastro perfetto direi.
E allora mi spremo, faccio una fatica bestiale, ma qualcosa esce, anche se non come vorrei io. Ma in fondo, aderire ad un progetto è un riflesso di come io decido di vivere la mia vita:  
con costanza e con presenza. 
Sempre.
A scuola ero sempre presente. In cinque anni di superiori avrò fatto si e no una settimana di assenza (totale)!
Mi piace esserci, anche se gli altri non mi aspettano.
Mi piace essere un sorriso per chi torna stanco da lavoro.
Essere una sicurezza per chi non sa dove andare (anche se poi magari non servo a niente).
Mi piace anche essere inutile, insomma.
Però essere , nel mio posticino nel mondo, mi piace un sacco.
E questo blog, questi post, i progetti, le scelte che faccio, sono come una catenella fatta ad uncinetto.
Legata forte forte a quel filo.
Dondolo incerta, nel mio mare di certezze.
In fondo la trapezista sono io, piccola, tascabile (ma con un ego sproporzionato), catturata da mani accoglienti, senza alcun desiderio di tornare indietro.

WOR(L)DS#4

standard 21 ottobre 2013 56 responses

Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer


WOR(L)DS #4 – 21 ottobre 2013

Quando quella magia blu ha invaso il mio sguardo, le ore scorrevano con un tempo diverso.
Un tempo senza tempo, le cui lancette nemmeno osavano far rumore.
E così mi perdo, tra le guglie ed i minareti di questa moschea, sulla riva del Bosforo, che mai ho dimenticato.
E ogni corda che pizzichi è uno spillo nel mio morbido cuore di spugna.
Conficchi e io assorbo il tuo suono, la tua luce, il tuo tempo, sparpagliati in un albero di bottoni colorati.
Un ramo, un bottone.
Un bottone, un pensiero.
Un bottone, un ricordo.
In questo taccuino dalle pagine ruvide appunto con foga i profumi del bazar, intingo il dito nelle spezie, ogni parola un aroma diverso.

Inseguimi Istanbul, porto un velo color zafferano.

Berry a Istanbul – gennaio 2009
 ****
Il piddieffe di WOR(L)DS#3 eccolo qui. 
Grazie Camilla per lo splendido lavoro.
****

Oggi piove.
Zuppo i miei biscotti in ogni pozzanghera per ricordarmi che non è un temporale passeggero, ma è un figlio di questo autunno inoltrato, che presto diventerà inverno. 
Mi sono già annoiata di stivali e calze, cappellini cappottini strati-a-cipolla.
La mia bici piange lacrime sporche di smog, parcheggiata in giardino.
Però…chissà cosa mi regalerà questa stagione.
Ho tante idee.
Sono felice.
Innamorata.
Corrisposta (!!!!).
State qui con me, che mi piace tanto.

?

WOR(L)DS#3

standard 14 ottobre 2013 17 responses

Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer

WOR(L)DS #3
Deserto di Sonora, Arizona.
Ore 12 di un’estate senza respiro.

“Ehi, Gringo!”
Stavolta era la mia coscienza a ripetere quelle parole che, ogni giorno, mi capitava spesso di sentire. In mezzo al deserto nessuno usa la cortesia di chiamarti per nome, nemmeno il sole cocente di mezzogiorno e gli avvoltoi affamati. E avidi.
Ogni goccia di sudore mi mette in ginocchio, mi allontana dal saloon e dalle sue fajitas forti, al sapore di tabasco.

Gringo. Ti affronto nel pieno del mio sonno.
Scivolo nell’imbuto della clessidra dei sogni e voi, spine mai abbastanza sazie d’acqua, mi catturate.
Questo mondo non è più un giardino misterioso.
È un deserto di segreti.

Quasi l’alba, Firenze.

***
Il progetto continua, stimolante ed efficace. 
A volte l’ispirazione passa come un frecciarossa, non fai in tempo a vederne le sembianze. 
A volte invece soggiorna nella mia mente di notte, mentre fatico a prendere sonno per qualche soffritto di troppo. 
A volte butto giù qualche riga mentre sono in macchina, accanto al mio Bullo, dopo un altro fine settimana in giro per l’Italia. 
Ci sono dei riferimenti che mi fanno scattare degli effetti domino impressionanti nella mia testa, associazioni incomprensibili e che non riesco nemmeno a spiegare. Ma forse…va bene anche così, altrimenti tutto diventerebbe troppo definito.
La mia mente stamani viaggia a luce spenta…e voi con me.

Piazza Duomo – L’Aquila
Il mio fine settimana in Abruzzo.
Se volete scaricare WOR(L)DS#2 ecco il PDF.
Buona settimana da una pensierosa Berry.
(Ma sto bene ehhhh! Sono solo pensierosa!!)
?

WORLDS#2

standard 4 ottobre 2013 41 responses
Progetto di Scrittura Creativa di Zelda was a Writer

WOR(L)DS #2

Tu rendi cosa umana l’incomprensibile.
In treno siamo andate a Parigi, in quell’unico viaggio insieme. Monet, Modigliani, Notre Dame. Quella piazza degli artisti al Sacre Coeur, ricordi?
Non ci separano solo chilometri ma interi vocabolari di contrari, senza sinonimi.
Sei come una pietra dura, tosta e incorruttibile, piena di venature, sfumate e cangianti.
Sei preziosa e bella, come quel dono del torrido luglio, come il prossimo innevato regalo.
Per ogni ricciolo che hai ti regalo un quieto sorriso.
Per ogni momento di contraddizione, una goccia di amore incondizionato. 


A mia sorella D. per il suo compleanno.
***
Questa è la seconda tappa del progetto creativo e di condivisione creato da Camilla – Zelda
Se siete curiosi di leggere tutti i testi inviati nella prima settimana potete scaricare il PDF!
Grazie a lei sto facendo un piccolo percorso di conoscenza nella (e della) mia scrittura e anche nelle (e delle) mie capacità. Non credo sarò mai in grado di scrivere un romanzo, nè tantomeno di pubblicare qualcosa che assomigli ad un libro. Ci vogliono una costanza e una conoscenza che io non ho.
Nonostante tutto sono felicissima della mia vena creativa, di ciò che riesco a produrre e di quello che tiro fuori dalle mie limitatissime visioni
Grazie a chiunque passa di qui, 
lascia una scia di ispirazione indiretta e involontaria 
per me indispensabile.

***

Un’ultima cosa, ma non meno importante. Un cenno di solidarietà per quelle morti innocenti a largo di Lampedusa. 
Una cosa che spesso dimentichiamo è che TUTTI possiamo e dobbiamo fare qualcosa.

Mare, dentro di te sta il mio amore.
Hai preso la sua anima e il suo cuore.
Mare, riportala a riva, fammi parlare di nuovo con lei.
Cercala ovunque, trovala, fallo per me.
Mare riportami l’amore della mia anima
Insieme ai suoi compagni pellegrini di questo destino.
Creature del mare, siete voi gli unici testimoni di questa storia
E allora ditemi: quali sono state le sue ultime parole prima di partire
Mare!
Non sei tu il mare? E allora rispondimi!

 
Tesfay Mehari, cantante eritreo

WORLDS#1

standard 27 settembre 2013 26 responses

Progetto di scrittura creativa di Zelda was a Writer
900 caratteri
10 righe


Questo è un vento di mare. Il vento di un mare, in oriente. Posso respirarlo ad occhi chiusi, ogni movimento delle mie ciglia è una danza che ricorda origami colorati di carta riciclata, scritta, scarabocchiata.
Ma è un’estate appena iniziata e la salsedine mi fa confondere anche le poche idee certe del mattino, idee e origami, accartocciati ricordi di un’alba accesa all’orizzonte, quando ti ho accompagnato alla stazione insieme a quell’abbondante strato di lacrime salate. E lì ti ho lasciato. Tu non partivi nemmeno, avevi solo bisogno di perderti in volti sconosciuti per riconciliarti con la parte più buia di te. Sei un viaggiatore stanco, con una valigia leggera e affollata di idee e origami, piegati accuratamente, tuo e mio bagaglio.
Due viaggiatori diversi ma insieme, in un vento profumato di spezie.

QUI la nota sulla mia pagina fb.

Un grazie enorme a Babe che mi ha suggerito l’iniziativa!

LA LINEA NERA.

standard 13 settembre 2013 23 responses
Il colore della tisana legnosa e poco profumata dipinge l’acqua fumante. 
E’ una sera che lascia orme umide dietro di se, sono piccoli pois bagnati sul tavolo di marmo. 
E’ una sera che non posso lasciar scorrere così. Ci sono parole che possono aspettare, altre che ti escono fuori dalle dita, solcando la tastiera e gli spazi liberi del mio cervello. 
Sono una senza dio, non conosco nessuna religione. Non perchè un dio mi renderebbe migliori questi momenti, ma perchè, chi ci crede, trova giustificazioni che io non riesco a darmi.
Quindi cadono petali, lacrime, entusiasmo.
E ti trovi dietro una linea nera che non hai mai deciso di oltrepassare. Le esigenze diventano dimenticati frammenti. Le priorità si fanno da parte e non c’è altro che un gran silenzio. Un buco nero come un vortice inghiotte tutte le parole, risucchia anche i sorrisi.
Rimango io, dietro la linea nera.
Non è una sfida, vince sempre lei. 
Imprevedibile, senza alcuna vergogna o rispetto.
Si insinua, fredda, tra un respiro e un sospiro, ti strozza, sa bene dove colpire.
Non uso preghiere nè armi.
Quello che posso imparare, dopo questa ennesima, brutale, linea nera, è che non possiamo perdere nemmeno un frammento della nostra esistenza. 
Non ci rimane che vivere, con le nostre mani modellare un domani comunque sconosciuto.
Passione, Amore, Desideri. 
Le domande senza risposta lasciano il loro eco infinito nella tazza vuota.

LA LINEA BIANCA#3

standard 2 agosto 2013 17 responses

Ho un orologio automatico, uno di quelli che non hanno bisogno di pila. Si ricarica sentendo il movimento del braccio. 
Crescendo ti accorgi di quanto lo scorrere del tempo diventi importante dopo una certa età. Fino a quando sei giovane, che poi è una definizione del tutto soggettiva, non ci fai nemmeno caso, anzi, ogni mezzanotte è un traguardo sul quale scrivere fitte righe di diario. 
Per me ogni mezzanotte è un mostro.
Ha le sembianze dispettose di un satiro.
Ha la sagoma dei mostri di Notre Dame.
Corna, denti aguzzi, ali appuntite, uncini affilati. Stanno lì, appollaiati sulla lucente linea bianca, che appare anche nel buio più denso delle mie notti.
Vedo il loro profilo e mi trasformo.
Per colpa di questi incubi ho desiderato che le notti passassero, che le mezzanotti non arrivassero mai, se non quando ero già nei sogni più profondi, per non costringermi a descriverne le sembianze, sul mio diario.
Chimere. Chimere di fiati persi alle fermate del bus, in attesa del prossimo passaggio che mi allontanasse dal mondo che detestavo, per poter chiudere il mio aspetto ingombrante e goffo dentro una mansarda, insieme ai miei pensieri, costretti in queste mani sempre troppo a lungo, che altra via d’uscita non trovano.

« …Era il mostro di origine divina,
leone la testa, il petto capra, e drago
la coda; e dalla bocca orrende vampe
vomitava di foco: e nondimeno,
col favor degli Dei, l’eroe la spense… »
 

Chimere. 
Sospetti bifolchi e pietrificati sgorbi. 
Vi osservo da questo mio giorno infinito, che non conosce più la notte. 

Mi sono trasferita al nord, nei sei mesi di giorno, in cui il tramonto è solo l’attimo prima di un’alba colorata e fredda. Ho portato con me l’orologio automatico, mi muovo per farlo caricare, come se questo gelo potesse inchiodarmi le braccia ed escludere il flusso del tempo dalla mia vita. 
Aspetto che passi il tempo, nella modesta soglia in cui mi sono ordinata di stare, non esiste più la linea bianca abitata nella notte dalle sagome rilucenti odio.
Perché non porto più con me il desiderio di sconfiggere chi si limita ad osservarmi, da lontano. Ho la presunzione di sentirmi così chiara, piena di luce, che nessun ombra deforme può sopprimere il mio sorriso. 

E il ticchettio del mio orologio.

Notre Dame (Parigi) – Chimere

LA LINEA BIANCA#2

standard 24 luglio 2013 43 responses

Non avevo ancora 18 anni quando ho spento la mia ultima sigaretta. L’ho spenta e pensavo di essere innamorata. Lui era magro, alto, cinque anni più grande. Un carattere spento ma attento. 
Era agosto. E ancora non capivo cosa volesse dire vero amore, ma in quel momento non sapevo di non sapere…non sapevo che lo avrei scoperto molti anni più tardi, sotto un altro cielo, con una luna così stretta da sembrare una virgola bianca.  
Se ci penso adesso, che ho fumato, mi sembra di parlare di un’altra persona, un’altra vita. 
Non so perchè stamattina, quando, nonostante la fretta, piegavo il mio pigiama, ho pensato a quell’ultima sigaretta, alla sensazione che stai per fare una cosa per l’ultima volta. Ora non ricordo se ne ero consapevole, non sono brava con le memorie storiche della mia adolescenza, nemmeno quella più recente.  
L’ultima sigaretta, un significato come fosse un confine, una linea bianca
E quell’amore mai sbocciato?  
E quegli istinti? Sono sempre stata troppo razionale, e questo è il risultato.  
Una mente che produce pensieri come fosse una catena di montaggio, una continuità spaventosa, un intero processo mai finito, senza prodotti da vendere, solo risultati da analizzare.  
Una linea di demarcazione, bianca. Bianca come quell’amore mai consumato, troppo giovane, troppo inconsapevole, incastrato tra le lamiere di una faticosa e farraginosa realtà.  
Ho piegato il pigiama, mi sono lavata i denti dai sapori della notte, ho scelto con quale forma mostrarmi oggi, ennesima decisione di apparire piuttosto che correggere veramente. E sono uscita. È da quel presunto amore che non mi do pace, è da quel momento che ho capito di non capire.  
È da quella sigaretta che ho messo un confine alla mia vita, lasciando che fosse solo di ragione e mai di cuore. 
Il mio profilo contrasta con il sole della mattina, è l’unico riflesso che credo di conoscere veramente, l’unica presenza che posso accettare. Ho scelto una vita di solitudine, ho desiderato di non avere coraggio, lo desidero ancora. 
Non voglio tirare su quella sigaretta dal pavimento, cancellare il confine, eliminare la linea bianca. Quello è il mio punto di non ritorno, il mio rifugio, la mia certezza, il mirino da puntare anche da lontano, quando mi sento persa. 
Mi avvolgo nel bozzolo, pieno di linee bianche, mi appendo al soffitto, come fossi una larva in attesa di trasformazione, mi dondolo mentre sono lì, al riparo.  
Non voglio mai imparare a volare.  
Lasciatemi sola.

Alberto Martini – Donna Farfalla Civetta (1907)
LA LINEA BIANCA è la mia prima “raccolta” di racconti. Per ora solo virtuale, chissà che un giorno, forse, qualche disgraziato passi di qui e rimanga colpito dalle mie scempiaggini…intanto siete voi le mie cavie preferite, gli unici lettori “eletti” per queste prime time così esclusive. 
Grazie per esserci!