Eternal Sunshine of the Spotless Mind.

standard 19 giugno 2013 36 responses

Un mare di mi manchi.
Un mare di persone perse per strada.
Un mare di pensieri.
Onde e onde di parole.
Riemergo e me le sento tutte attaccate addosso.
Orme del mio passato.
Ma voi…ricordate il vostro passato?
Io non ricordo mai niente. Niente. È incredibile come io riesca a rimuovere fatti, avvenimenti, dialoghi, discussioni. Qualsiasi cosa avvenuta in un passato relativamente recente o remotissimo…lo cancello.

Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Ho una cartella nella mia mail che si chiama Ricordi. Ci sono parole lì, che sono sanguisughe. Ogni volta che la apro, per non so quale motivo masochista inutile, vengo investita da quel mare di cui parlavo sopra. Ricordi, persone, occhi, momenti, richieste inascoltate d’amore, di ascolto, pretese, disperazioni, dialoghi divertenti e scanzonati, quando whatsapp e facebook non avevano ancora intasato le nostre vite virtuali fino a farle diventare così ripiene da farci venire voglia di scappare, di non essere più noi, di vestirci di abiti polverosi e nasconderci nelle soffitte a respirare muffa e foto antiche.
Ogni tanto decido di andare a leggere, di spogliarmi della mia razionalità e tornare indietro, che sia un passo, che siano cento, per ritrovarmi. Perchè comunque, per quanto io dimentichi, sono io, quella persona di cui leggo, quella persona implorante, quella persona invasa dal sacro fuoco della scrittura per qualcuno di cui ora a malapena ricordo il nome, gli occhi, il modo in cui mi sfiorava e se mai, in qualche modo, mi avesse mai sfiorato davvero.
Forse questa è stata la mia salvezza. Dimenticare.
Ecco perchè non riuscirò mai ad essere veramente cattiva. Perchè dimentico. 
Ecco perchè non riesco e non voglio mai chiudere le porte con “chi passa”. Perchè è inutile.
Perchè il valore dei ricordi è pari al valore dei sorrisi spesi per quel ricordo.
E non serve che rimanga altro, non per me. Che ogni sguardo abbia la sua prospettiva e ogni mente decida di cogliere il dettaglio che preferisce, i miei sono stati colti e, adesso, sono sfioriti. Io ho preso la mia strada o magari sono rimasta ferrma, non so, però sento questo desiderio forte di lasciarmi indietro molto di quello che non serve.
Serve l’amore. Serve l’amicizia.
Servono gli sguardi d’intesa, i traguardi raggiunti insieme, servono le risate da mal di pancia e i sorrisi appena accennati.
Ma le parole, quelle forti, che rimangano pure legate al momento a cui appartenevano.
Io preferisco vivere senza rancori. Perchè molto spesso questo significa ricordare in modo “pieno”. 
Via i rancori della persistenza. 
Che rimangano i frutti di questi battiti di ciglia, che ci accompagnano, che mi sussurri ancora all’orecchio questo richiamo per soppesare la differenza tra quella che ero e quella che sono, che io sia capace di intravedere oltre, senza mai mettermi nessun freno.
Quando arrivo alla fine di questi post (che in realtà vorrei continuare) mi sembra di essere ubriaca. Che poi non so nemmeno cosa vuol dire visto che sono astemia da sempre. Però sono ubriaca di pensieri, spossata e sbronza (Mary lo sai che è colpa tua no? Come dice Vaty…insieme siamo pericolose!). 
E mi piace lasciarmi prendere da questi flussi, da queste onde, sento lo sciabordio…e salgo un attimo in soffitta, a rovistare tra la muffa e la carta arricciata dall’umidità, mi vesto di stracci, mi sporco le ginocchia, le mani…nuoto e sfoglio, leggo e annaspo, un po’ affogo e un po’ respiro.
Una cosa che non dimentico è il presente.
Fosse l’ultimo pezzo di legno che galleggia, rimango attaccata a quello.
Perchè il valore del presente è pari all’amore che sento.