Baci & Incroci.

standard 9 ottobre 2013 28 responses
Semaforo rosso.
Vedo quattro piedi fermi, vicini. 
Una mano che abbraccia un fianco.
Un bacio sulla guancia.

Quanti baci si danno, fermi ai semafori.
Hanno il sapore dei baci rubati, lasciati volare su un bianco fazzoletto dal finestrino della macchina che corre via, lasciando tanti petali sparsi, bianchi anch’essi.
Hanno il volto immaginato, mai visto, di un innamorato solitario sul marciapiede, fermo al suo semaforo rosso.
Una mano che si stringe, una carezza, un cuore riscaldato.
Certi movimenti sono imperfetti. Sono guidati dall’abitudine, dal momento, dall’enfasi. 
Mai è così per i BACI.
Perchè ci sono quelli che ti strappano il cuore.
Quelli che ti fanno dimenticare lo spazio e il tempo.
I baci strazianti, quelli profumati.
Da incorniciare, indimenticabili.
Quelli di corsa, fuggevoli come il sole d’inverno sulle foglie accartocciate.
Quelli che sanno di biscotti, dati sulle guance morbide e setose di un bambino.

Baci e coincidenze incrociate.
Io scrivo di BACI e LORO mi scrivono per chiedermi un bacio.
Un euro (e anche di più!) per un bacio.
Dare valore ad ogni gesto, questo è il senso.
Ogni click un bacio, come si può dire di no.

DAL 1° AL 31 OTTOBRE è attiva la raccolta fondi per i bambini ricoverati nel reparto di emato-oncologia del Meyer di Firenze.
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Questo il mio BACIO per i bambini del Meyer!
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Run. Tu corri via.

standard 24 marzo 2013 58 responses

Cammini, di fronte a me la tua andatura veloce
Corri
Corri via
Corri perché io potrei non volere altre più labbra se non le tue
Primavera dei sensi
Rimani
Come io sfioro la tua superficie
Che non sia solo spruzzi delle onde di questo sentiero
Invaso dall’acqua
O forse solo un rivolo lento
Adagiato e corretto, composto nel letto del fiume.
Corri
Che il tuo sussurro svanisca
Che le tue ansie si raccolgano come ciottoli leggeri, abbandonati
Nell’ansa più vicina
Dove tutto si confonde, anche noi.
Che non sappiamo più chi siamo
Che abbiamo smesso di rincorrerci
Che siamo perseguitati dalle paure
Che siamo presuntuosi, superiori, incessanti, carichi
Che siamo poco pronti a guardare avanti
E allora guardiamo sempre qui, sempre ora, sempre noi, superbi noi, insieme,
Intrecci
Emozioni
Mani
Come un crescendo 
E invece cade
E si distrugge.
E io cosa sarò adesso?
Un’altra farfalla di vita breve, intensa ma sempre troppo breve
Per me che chiedo solo di amare
E questi cavi d’acciaio tirano troppo forte
Caviglie, mani, tutto si fa albero,
Mio Apollo
Io Dafne
E tu corri
Corri perché i tuoi cavi sono più forti dei miei
Ma sto imparando, lotto con le mie radici, per non tramutarmi ancora 
Per rimanere
Rimanere 
Essere
Vittima
Carnefice
Preda
Amante
Tutto. 

Ma pur sempre senza noi.

Una diversa Firenze

Il fiume

Cavi d’acciaio

Il Bacio.

standard 18 marzo 2013 87 responses
Il filo dei pantaloni strappati mi solletica la coscia destra. Sono jeans vecchi, di chissà quale provenienza.
Una cannottiera rosa e i miei capelli lisci, fini, color biondo scuro. Erano già corti, non tanto quanto adesso, ma non superavano le spalle.
Le cicale, le onde del mare, la sabbia tra i piedi. Una pineta di un posto qualunque, in un giugno qualunque, in una città di mare qualunque. Il profumo penetrante della resina, persistente. Il calore di una presenza vicina, il cuore che batte fino dentro le orecchie, i pensieri mescolati, offuscati. L’adolescenza ancora verde, come le pigne su quei pini che disegnano degli strani profili sui cieli d’estate. Così verde da non conoscere il significato delle illusioni, che le uniche lacrime versate sono quelle per gli amori presunti, per chi non sa nemmeno che esisti.
Una pineta e una panchina.
E il primo bacio.

Avete mai pensato a cosa sarebbe la vostra vita senza il Bacio?
Baci.
Bacio.
Baciare. 
Solo pensare alla parola mi provoca una certa difficoltà di espressione.
E così guardo lo schermo e cerco di ricordare.
Quante volte sono morta e risorta dopo un bacio.
Quante volte ne ho solo immaginato uno e desiderato quello che non potevo avere.
Quante volte ho pensato che era meglio non darlo, quante volte ho pregato disperatamente per averne uno ancora, quante volte ero io a non volerne dare. 
Quanti ancora ne darò o ne ho lasciati per strada.
Tutti hanno scritto sul Bacio.
E io sto cercando le parole. 
Ma sfuggono via. Sono lisce come il marmo, come il raso rosso di cui dipingo le mie voglie.
Sono tiepide come il ricordo di quel bacio che io chiamo uno ma in realtà sono stati cento, colibrì che fuggono con il loro rapido battito d’ali.

Una mano sui miei occhi.
Una sul mio collo.
Le tue.
Le mani del bacio perfetto.
Io maledetta e tu, maledetto con me.
Strappami i vestiti gli occhi i sospiri
Abbigliami d’erba e di respiri
Costringimi a guardarti ancora
Costringi questo contatto
E leggi quello che non scrivo
Perchè troppo vorrei dire
Perchè niente può descrivere
Unica testimone la mia Bocca
Piccola e pallida
Non scorre più sangue
Non ci sono più sguardi
Sento infinite sfumature di addio
Mai pronunciate 
Mai così vere
Sei desertico sei cattivo sei solo
Sono cieca sono povera sono avida
Vocabolario smarrito recita una sola parola.

Ancora.

Igor Mitoraj – in un parco di Paris
E così, con un bacio, io muoio. 
W. Shakespeare