boooooooooom.

standard 8 maggio 2012 Leave a response

asciugo le mie lacrime anche stasera
macchio le mie dita di un grigio sbiadito
lascio sfumature come tracce
un contorno sbavato
occhi aperti
incubo della realtà

a volte mi sembra di non farcela, se proprio devo essere sincera.
la testa mi scoppia, i pensieri fuggono e ritornano senza sosta.
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO.

pozzi di sorprese.

standard 8 maggio 2012 2 responses
applausi. il sipario si chiude.
ancora applausi.
piccolo spiraglio dal sipario. il pubblico si esalta di nuovo e l’applauso non si spegne.
gli occhi degli spettatori brillano di emozione, i colori della platea si sfumano con le luci soffuse del teatro.
due, gli attori protagonisti, si stringono la mano dietro il buio del velluto pesante, rosso, del sipario.
divisi ma uniti. 
divisi dal successo da un flebile fiato, da un soffio impercettibile. 
scegliere di farsi trasportare da questo soffio. scegliere di rimanere.
rimanere sull’orlo, sul confine, in equilibrio.
rimanere sospesi, ma insieme, in questo limbo continuo.
scegliere di andare.
lasciare la mano, essere solo, soli, distanti.
quel filo che li unisce scompare. c’è ma scompare. è visibile come le filigrane delle banconote, ha quel colore che cambia, a seconda di come muovi la carta, è un filo d’oro, prezioso, cangiante.

io mi sento sempre lì, dietro a quel sipario. per mano. ho la sensazione della sua mano nella mia, polpastrello contro polpastrello, un pò di sudore, per l’ansia, per le paure, un pò di apprensione, qualche tic incontrollato, lo smalto sulle mie unghie, le mie mani piccole.
le sue dita tra le mie, forti, conosciute, protettive mani.
è difficile scrivere questo post, è difficile come scoprire ogni giorno con amara “sorpresa” come piano piano le nostre mani si allontanino. 
è difficile metabolizzare le scoperte quotidiane.
capire quanto il mio margine di stupore ogni volta debba “aumentare”, lasciare spazio a ciò che di nuovo arriva sotto i miei occhi, senza filtri e senza inganni, cari spettatori. 
“va ora in onda la telenovela SOSPIRI, scritta e diretta da Berenice Boncioli”.
ci ho messo tutta la mattina a scrivere queste poche righe.
giustamente, tra un sospiro e l’altro. (e tra mail, telefonate, lavoro…)
anche stamattina, come ogni buona abitudine che si rispetti, ho aperto la mail, facebook e la bacheca di blogspot.
quest’ultima cosa mi ha colpito.
ho trovato appunto quelle sorprese di cui parlo nel titolo.
ho trovato soprattutto una parola, che racchiude un sentimento, che certo non mi sarei aspettata, non dopo le “chiacchere” di questi giorni. 
bhè ragazzi, lo shock c’è stato, chevvvedevodì.
ho sgranato gli occhi, per cercare di capire, tra le righe, dove fosse il senso.
il senso non c’è in queste cose, probabilmente. nemmeno nel mio stupore-dolore-orrore-rumore (di vetri rotti).
adesso smetto di sbirciare dietro il sipario, anche perchè non sento più applausi, più nulla da cercare, anche la mano che mi tratteneva è andata.

“…e vissero tutti felici e contenti.”

2012

standard 6 maggio 2012 Leave a response
CHE SI FA RAGAZZI??? FACCIAMO CHE DA OGGI RICOMINCIA QUESTO ASSURDO E STRAZIANTE 2012?
SI RICOMINCIA?

Direi che ho sentito e visto abbastanza per questi primi 4 mesi.
Sento le suole delle scarpe delle persone che mi stanno calpestando FREGANDOSENE del dolore che mi fanno. 
Sento lo scricchiolare delle mie ossa fracassate più e più volte da chi non si rende minimamente conto della superficialità in cui vive. 
Questo 2012 mi sta spezzando in due.
Diventa tutto così grottesco alla luce delle cose che mi tocca vedere oggi.
Volti conosciuti ormai sconosciuti, parole che svaniscono, tutto finto e finito. 
Penso alla mia Juve che stasera mi da la forza di non piangere fino allo sfinimento, di non sputare sangue, per l’ennesima volta. Penso alla gioia e al sacrificio, alle motivazioni, allo spirito e all’anima. Curo e disinfetto le mie ferite, anche se con indifferenza, chi passa, continua a riempire di polvere e detriti.
Intollerabile voglia di distruggere tutto quello che ho intorno ora, di non controllare la rabbia, di non controllare il dolore. Pietosa la mia solitudine. Se solo imparassi ad aspettarmi il peggio dalle persone, invece dei sorrisi, della vita, della condivisione.
30 scudetti. 30 traguardi. 30 come gli anni che compirò a novembre. 
Illogica natura di trovare corrispondenze.
Buona notte, sogni di Juve.
FORZA JUVE
SEMPRE!

espiazione.

standard 5 maggio 2012 Leave a response

non scrivo mai di mattina, se non in occasioni speciali.
quando un’occasione diventa speciale? quando mi fa venire voglia di scrivere.
anche stanotte, era con me.
fin qui, niente di speciale.
perchè è con me sempre.
in ogni pensiero, gesto, sguardo, sussurro.
è in ogni sogno, anche quando la sveglia suona e ha portato via ogni ricordo notturno.

ciò che rende i miei pensieri speciali, ciò che mi spinge a scrivere è l’amore.
quanto può essere profondo l’amore?
quanto può radicarsi, scavare, dentro l’anima di una persona?
l’amore.
l’amore.
l’espiazione dell’amore.
come una peccatrice mi nascondo, marchiata con la lettera scarlatta.
voglio vivere nell’oblio, voglio diventare trasparente.
“vorrei sparire, essere solo un ricordo sbiadito”.
ma forse sarebbe troppo semplice.
il costante ticchettio delle lancette mi ricorda che sono viva, che la lettera scarlatta si accende di un rosso vivo solo se io cerco di dimenticarmi di me.
l’espiazione comincia nel momento in cui costringo me stessa a credere di meritarlo.
merito altro, merito l’amore.
merito altro per me stessa, per quello che valgo, per quello che sono.
gli infiniti lati del mio poliedrico mondo devo ancora finire di scoprirli, ricca di ossimori proseguo e non mi fermo.
è stata un settimana dalle mille strade senza sentiero, una di quelle in cui i giorni si susseguono e vuoi solo che lo “strazio” finisca. che la giornata finisca, che il sonno ti vinca, che la stanchezza ti spenga.
come ogni volta che mi succede così mi carico ancora di più di voglia di vivere.

preferisco continuare ad espiare delle colpe, preferisco essere da sola, sentire l’essenza delle cose vissute, toccarne il valore. preferisco abbagliare il mio sguardo, senza occhiali da sole, senza filtri, senza lenti.
preferisco scrivere, anche quando il risultato non è ciò che vorrei dire, piuttosto che trattenermi, come devo fare sempre, come devo fare con tutti, perchè sono sempre troppo, al di sopra delle righe. 
sono sempre io, sempre qui, la mia solitudine difficile incoraggia la perseveranza.
ad amare ci penserò domani.

sfiorire di maggio.

standard 1 maggio 2012 Leave a response
la polvere cade dai pistilli, leggera
si posa sul piano lucido, laccato, del salotto.
il profumo delicato dei fiori di portati nel vaso qualche giorno fa piano piano svanisce.
si appassiscono, dolcemente, diventando ogni giorno più belli ma sempre più vicino alla loro fine.
è proprio vero, nell’inizio di qualcosa c’è anche la sua fine.
appena c’è lo sparo dello starter, il retrogusto della fine accompagna il percorso.
devo farmi un promemoria, molti promemoria.
non sono brava a ricordarmi le brutte emozioni quando sto bene, ma ora questo pericolo non lo corro.
le mie mani, bagnate dalla pioggia, cercano la più piccola margherita di tutto il prato.
coltivo, con amore, le vite di chi si avvicina a me.
tutto sommato, è una bella cosa.
desidero che adesso qualcuno si prenda cura di me.
che soffi via la polvere dei pistilli che ogni volta cade.
e mi lascia senza energie.
 

loneliness.

standard 29 aprile 2012 Leave a response

ore 3.50, 29 aprile 2012
inizio senza sapere ne come ne perchè
inizio senza una meta, come il mio cammino solitario
cammino solitario e affollato, ricco e incompiuto
solido, stabile, fuori asse e pieno di curve
un cammino senza direzione alcuna
un sentiero cupo
solo
solo 
solo
ricco di consapevolezza
di continue domande senza risposta

quando potrò fidarmi di nuovo
quando capirò che è la persona giusta?
io stavolta lo avevo capito…ma mi ero sbagliata.
chi può sapere se non sbaglierò di nuovo?

paranoie e molti pensieri
ricordi 
malinconia che affolla la mia mente vuota
nessuno si preoccupa di riempirla, 
è un contenitore empio 

servitevene.

sfogo e libertà

standard 25 aprile 2012 4 responses
ho pensato molto se scrivere o meno questo post.
data la mia classe e superiorità ho sempre preferito non sporcarmi le mani e la bocca con chi non se lo merita, ma “qualche sassolino dalla scarpa” me lo voglio levare io stavolta.
ho subito di tutto, sono stata zitta, ho finto interesse, ho finto sorrisi.
ora basta.
dedico questo post a me stessa, al bene che mi voglio e a quello che imparerò a volermi nei prossimi anni, sperando di crescere sempre di più, di migliorare gli spigoli, di aggiustare il tiro quando certe cose non vanno.
il mondo è pieno di strani individui che, tronfi di se stessi, pieni della loro vuotezza quotidiana, si ergono al di sopra di tutti e credono di poter usare come marionette, come pezze da piedi, come accessori la presenza di altri. altri che chiamano “amici”. una parola sacra per me, evidentemente non per tutti.
dicevo insomma, il mondo è pieno di questa gente, purtroppo.
ho avuto modo di sfiorare questa realtà per un po’, nella mia vita così ingenua e sensibile e, ovviamente,sono stata tranquillamente calpestata.
non pensavo che questa gente riuscisse ad essere così cattiva. perchè fino a che si invidia la felicità del prossimo posso “capirlo” per assurdo, quando non hai un ca*** a cui pensare tutto il giorno vedere la vita piena degli altri è frustrante e l’invidia è una grande arma. ma arrivare a GODERE (e non esagero) delle sofferenze altrui è veramente ignobile. godere delle lacrime, della tristezza, del dolore, dello sconforto. ignorare completamente i sentimenti, i cuori spezzati, tutto, come se la vita degli altri fosse loro e potessero gestirla come preferiscono.
la cattiveria arriva a tanto e ho avuto il “piacere” di subire tutto questo.
la mia bellissima storia, il mio amore, il mio sentimento così forte e puro è stato avvicinato da questa gente, per fortuna non è riuscita a sporcarlo e mai ci riuscirà ma la vergogna che dovrebbero provare per lo schifo che seminano ogni giorno è veramente difficile da descrivere con le parole. lo sdegno, il disprezzo, il costante modo che hanno di vivere credendosi i padroni della vita di tutti è disgustoso.
e lo continuano a fare.
non con me, intendiamoci, con un’altra povera sfortunata sotto le loro grinfie.
e sarà sempre così fino a che gli verrà permesso.
non so come possano andare a letto felici le persone così. forse ci vanno perchè non sanno cos’è la felicità? molto probabile.
per assurdo è quasi divertente vedere la loro pochezza che emerge in ogni parola che scrivono.
paradossale pensare che pensavo di poter avvicinare un mondo così distante da me.
preferisco rimanere ingenua, distante, ai loro occhi forse superba. preferisco continuare a camminare sapendo di non aver mai MAI fatto del male a nessuno così deliberatamente. cammino e guardo avanti, felice di come sono (e con le mie amate FURLA sotto braccio).
io avrò il cuore spezzato ma almeno amo.
qualcuno non potrà mai permettersi niente di tutto questo.
la dignità non si compra al mercato, nemmeno sei hai tanti soldi.
auguri. 
vi auguro di stare a guardare sempre la vita degli altri, rinchiusi nella vostra realtà inutile e senza speranza.
 
 

un pomeriggio diverso

standard 24 aprile 2012 2 responses
l’arricchimento pazzesco dato da un pomeriggio al pronto soccorso.
a scambiarsi chiacchere, pettegolezzi, sguardi d’intesa con una persona mai vista prima fino a quattro giorni fa.
una ragazza in questo caso… ma, cari uomini all’ascolto, non vi siete mica liberati di me! ho semplicemente impiegato al meglio il mio tempo con un’ospite d’eccezione (una fantastica balloon artist infortunata che ho accompagnato al CTO) e addirittura… FRANCESE!
la vita mi stupisce sempre e, almeno con le donne, ho un buon feeling ultimamente!
con gli uomini non so che mi sta succedendo, nonostante le numerose constatazioni riguardo al mio “sex appeal” scappano tutti a gambe levate, ecco un’elenco di opzioni possibili:
1. puzzo
2. naso enorme
3. poppe piccole dopo dimagrimento
4. insisto
5. faccio paura
6. non è il mio momento
7. esagerata sensibilità
8. inquisisco
9. 
cioè, parliamone… questa lista potrebbe continuare per tutti all’infinito e la soggettività porterebbe comunque ad una quantità di visioni e di pareri che sono non quantificabili!
a parte questo amici… io dormo.
sono devastata (ma anche molto felice) per BACI appena concluso.
a domani. 
o dopodomani.
ma non posso aspettare di più ho un sacco di cose da racontarvi!

NON.

standard 21 aprile 2012 Leave a response

non posso scrivere stasera, scriverei cose troppo compromettenti.
quindi me ne sto zitta, vado a dormire e cerco di riattaccare un piccolo pezzo di me che stasera è tornato.
buona notte, io farò sogni d’oro.

amaro come il vino.

standard 19 aprile 2012 Leave a response

uhhh che brutta cosa la solitudine.
questo freddo d’aprile,
questa pioggia di primavera.

che ghiaccio nel cuore.
se le parole potessi scriverle come le ho nella mente…
se le parole fossero delle matite che si animano disegnando ciò che sono, forme e colori di pensiero, caratteri e sagome di stupore e comprensione, immediati e diretti, senza traduzioni.
nessun interprete per leggermi i pensieri, nessun districatore d’anime per gli ingarbugliati gomitoli del mio cuore.
un battito
una bacca raccolta da un ramo
un rovo che punge
il sangue cola
piccolo rosso foro
infinite speranze si aggrappano
ogni appiglio è sacro
ogni punta di rovo è appiglio
rovo che ferisce
ma pur sempre appiglio 
rovo tentatore
lasciami, ho detto lasciami!
ti prego!


il mio lavoro è il mio rovo adesso. mi sorregge, mi scalda le giornate, mi rende così stanca da cullarmi la notte prima di dormire. mi pare di essere una macchina, un automa. mi rifugio nel mio cantuccio, sola.
guardo tutti con finzione, con sfiducia.
se non fosse stato per lui… tutto sarebbe stato in secondo piano, soprattutto il lavoro. la considerazione per certe cose, la superficialità.
tutti gli equilibri si spostano, basta un sussulto. un capriccio, una svolta, una curva improvvisa. e il mondo ti cambia, da sotto i piedi. qualcuno toglie la tovaglia e i bicchieri rimangono sul tavolo.
io sono un bicchiere.
via la tovaglia, in un battibaleno.
via le sicurezze, via l’amore, le carezze, i baci, le mani, i capelli, le parole, le promesse.
era una tovaglia graaaaaaaaaaaaaaaande la nostra.
le incrinature sul bicchiere caduto sono tante, lasciano spazio a paure. il vino è caduto sul tavolo, una chiazza che si allarga ad ogni sbavatura di vita.
la mia vita “sbava”, la chiazza si allarga.
le incrinature crescono.
mi tocco, ci sono ancora.
scrivo, scrivo, scrivo in continuazione.
prendere tutto questo come un’opaca benedizione? per caso le cose si presentano con questa strana conformazione di “merda totale” per poi diventare stupende? 
guardo i bicchieri sul tavolino. ancora pieni.
ce ne sono tanti, ne è solo caduto uno.
quel vino versato non tornerà più, nessun raccolto sarà uguale.
quella bocca che non l’ha bevuto mai ne assaggerà uno simile.
si sfiorano sempre somiglianze, mai si toccano, per fortuna.
rimarrò sempre io. crepa in più, crepa in meno, 
meno pregiata, ma pur sempre una grande annata.